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lunedì 29 aprile 2013

LICHEN SCLEROSUS DEI GENITALI

Stiamo parlando di una patologia dermatologica cronica che può colpire sia uomini che donne ; all'Urologo interessa l'area genitale. In tali zone può dare esiti cicatriziali  che determinano nell'uomo alterazioni del prepuzio con perdita della elasticità sino alla fimosi, dolore con l'erezione e durante i rapporti, possibili lacerazioni. Temibile è la localizzazione uretrale , che può iniziare dallo sbocco esterno (meato), ma estendersi in un tratto più o meno lungo dell'uretra con esito in restringimenti (stenosi) che determinano gravi disturbi nell'urinare e durante i rapporti.
Nel sesso femminile gli esiti sclerosanti possono determinare rapporti dolorosi o difficili, prurito e "fastidi" generici all'area genitale; anche qui gli esiti cicatriziali possono essere importanti.
Spesso, in entrambi i sessi, il lichen cronico può scatenare la sindrome del pudendo (vedi post nel blog)                                                              
                                                                  Lichen vulvare

 
Lichen prepuziale

In fase iniziale possono essere usate terapie a base di antiinfiammatori di tipo cortisonico o il trattamento chirurgico, in caso di lesioni non grossolane. Per le recidive o le evoluzioni sclerosanti e cicatriziali oggi si usano preparazioni a base di Plasma Piastrinico ricavato dal paziente stesso , tramite piccolo prelievo di grasso e tarttamentoidoneo dello stesso, con microiniezioni ripetute nelle sedi sclerotiche ; la risposta è favorevole sino al 70% dei casi, in entrambi i sessi e si possono trattare le lesioni del prepuzio, le stenosi del meato uretrale, le lesioni vulvari. Sono allo studio l'utilizzo nelle stenosi uretrali , dopo incisione endoscopica, per prevenire le recidive (vedi post nel blog) e nelle placche di  induratio penis (Peyronie). In caso di fallimento sarà necessaria la chirurgia che, in caso di elsioni estese, richiede però un approccio "ritagliato" sul singolo paziente
                                                                                    

lunedì 22 aprile 2013

CHIRURGIA URETRALE

La chirurgia uretrale si occupa di problemi malformativi o acquisiti del condotto che veicola l'urina dalla vescica all'esterno . l'ueretra. Spesso non si tratta di problemi isolati dell'uretra, ma si trova coinvolto il pene o il prepuzio con lo scroto ( i rivestimenti di pene e testicoli). Oltre alle anomalie congenite si può trattare di stenosi (restringimenti) dovuti a esiti di infezioni, caetterismo o traumi del bacino e del pene; le stenosi sono spesso trattate con intervento endoscopico ( senza tagliare, entrando nell'uretra sotto visione), ma in caso di recidiva si rende necessario l' 'intervento ricostruttivo.
ANOMALIE CONGENITE : sono evidenti già nei bambini e lla più frequente è certamente l'IPOSPADIA. In questo caso lo sbocco dell'uretra (meato) non è sull'apice del glande, ma al di sotto, sul pene, a vario livello. E' spesso operata nei bambini, ma può recidivare o complicarsi con stenosi più avanti ; in altri casi , meno gravi, il paziente non si rivolge allo specialista sino ai primi rapporti sessuali.E' speddo inatti preoccupato solo dall'aspetto estetico della cosa.


Esempio di ipospadia




L'intervento ricostruttivo mira a riposizionare il meato uretrale nella sede normale, ma ciò si può fare solo "ricostruendo"  l'uretra mancante dallo sbocco anomalo a quello desiderato; si crea un nuovo segmento di "tubo"  utilizzando la cute del prepuzio o una striscia di mucosa della bocca (parte interna della guancia).

STENOSI  URETRALI : le cause più frequenti sono il cateterismo, i traumi del bacino e del pene e le infiammazioni tera cui è importante il lichen sclerosus che dal glande può spingersi nell'uretra. Come detto il primo trattamento può essere endoscopico , ma in caso di recidiva bisogna fare una uretroplastica ; anche qui si utilizza un innesto di  prepuzio o la mucosa boccale.


Uretrotomia endoscopica

Ci sono fondamentalmente  2 tecniche di "ampliamento" del tubo uretrale, ristretto dalla stenosi : si posiziona l'innesto dorsalmente (tra uretra e corpi cavernosi) o ventralmente (sotto). In pratica si incide l'uretra , si apre la stenosi e si aumenta il diametro del tratto interessato inserendocindoci l'innesto. E' certamente un intervento risolutivo, ma richiede una valutazione intraoperatoria per decidere dove mettere l'innesto e di che dimensioni deve essere. Spesso infatti le indagini preoperatorie non dicono con certezza quale sia veramente la lunghezza della stenosi. Si tratta di "chirurgia sartoriale": il chirurgo ritaglia l'intervento sul singolo paziente; è però la chirurgia che permette il miglior risultato funzionale e d estetico. Si eliminano i fastidi urinari delle stenosi , si rispettano i nervi dell' erezione e si evitano disturbi dell'eiaculazione. 
Dopo l'intervento è necessario il catetere per almeno 8 giorni


Esempio di incisione dell'uretra e preparazione dello spazio per l'innesto

Purtroppo la tendenza oggi è ancora quella di praticare interventi endoscopici ad oltranza dopo la prima recidiva e di aggiungere dilatazioni dell'uretra ambulatoriali ; questo però peggiora la situazione e serve solo ad estendere il tratto di stenosi, a causa dell'infiammazione cronica provata dalle manovre